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Riccardo A. Andreoli

APNEA

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Un sacco di anni a immergermi (più di quanto qualche volta mi piaccia ricordare...).

Ho cominciato a immergermi in apnea nei primi anni '60. Avevo più o meno 12 anni e a quel tempo l'apnea era ancora largamente entità ignota, la compensazione era quasi sconosciuta. Incontravo subacquei adulti che mi raccontavano di tappi per le orecchie...

Le mute erano, come dire, a pezzetti: la giacca era senza cappuccio, le maniche erano corte, così sono stato obbligato a persuadere qualche parente a comprarmi una coppia separata di maniche, il cappuccio e, naturalmente, i pantaloni. Tutto era in puro foglio di neoprene, senza nessun tipo di strato tra pelle e materiale. Qualche misura di depilazione era necessaria ogni volta per infilare, e togliere, la muta...

La protezione offerta era al meglio dubbia, ma, oh, erano giorni gloriosi! Erano riempiti di un senso di meraviglia e di sconosciute, enormi possibilità che ora notevolmente, tristemente, rimpiango guardando indietro da oggi a quei giorni...

Non nascondo il fatto che pescare in apnea voglia dire uccidere pesci.

Dal punto di vista biologico tuttavia, un pesce ucciso, con le reti, con la lenza o con il fucile, vuole dire la stessa cosa: un individuo prelevato dalla biomassa.

In tante ore di immesione ho avuto modo di incontrare meravigliose creature subacquee

A partire dalle acque dolci, io ancora studente universitario, immergendomi con il respiratore ad ossigeno a incontrare i favoleggiati storioni del Ticino.

E squali, tanti, con due in particolare nella memoria.

(e quasi record)

Un record del mondo riconosciuto da due differenti organizzazioni a livello internazionale.

Un record per la Western Australia

Un paio di quasi-record, cioè pesci che sarebbero dovuti essere record... se l'avessi saputo!

Tre libri sull'apnea e sulla pesca in mare aperto.

Più, alcuni libri sull'utilizzo in ambito marino del GPS e due libri in ambito informatico.

E forse ancora qualcosa nel cassetto...

Le immersioni nel Blu, lontano da terra, con potenzialmente l'incontro con pesci giganti ed enormemente più potenti del subacqueo richiedono  allenamento e tecniche particolari ma soprattutto attrezzature speciali.

2005

Ho avuto la fortuna di poter prendere un anno sabbatico dal lavoro e sono partito per il Giro del Mondo, colloquialmente RTW (maiuscole d'obbligo). In solitario, tranne la prima tappa in Venezuela, per poter pescare in apnea. Ne ho tratto ricordi indimenticabili, un libro, un record del Mondo... e un successivo difficile re-inserimento nella realtà "normale"...

2007

Due anni dopo, approfittando di un allungamento delle ferie, sono riuscito a compiere un altro viaggio Round the World, non in solitario questa volta, Federica è ora mia moglie. 

​Il percorso si sovrapponeva parzialmente a quello precedente, e sono tornato a incantarmi di nuovo nel Pacifico del Sud... e a visitare vecchi amici, umani e no.

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