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Riccardo A. Andreoli

BLOG

Round the World 2005

Questa parte del blog copre l'Italia (ITA), il Venezuela (VEN) e il Regno di Tonga (TON)

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Italia

Italia - 1 Novembre 2004

 

Il giro del mondo pescando sott'acqua in apnea.

Non riesco ancora a crederci di avere, maturandolo negli anni, con una lenta marcia di avvicinamento, diciamo raggiunta, anche se non proprio presa-presa, questa fantastica decisione!

In realtà sto ancora tentennando sul quando. Avrei due opzioni diverse. Una alla fine di questo mese, una a Gennaio dell'anno prossimo.

Sembra che le probabilità si stiano spostando verso la seconda...

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Italia - 15 Gennaio 2005

Oggi ho presentato la domanda al datore di lavoro, chiedendo, anzi, comunicando, che intendo avvalermi del mio diritto di non guadagnare un picchio per i prossimi x mesi ma di essere libero di vagare per il mondo e gli Oceani che il Gran Dio Poseidone ha spalmato su questo pianeta.

Sembra che non sia andata giù tanto indolore la notizia. Speriamo che qualche azzeccagarbugli non trovi qualche cavillo cavillosamente cavillico per fermarmi.

La comunicazione è che intendo essere liberato dagli impegni di lavoro da venerdì 21 Gennaio.

 

Italia - 20 Gennaio 2005

Oggi ultimo giorno di lavoro. I colleghi si dividono tra estatici e invidiosi. Gli estatici sono meravigliosi, gli invidiosi, leggendoli con un pelo di cattiveria, ancora di più...

Commoventi, nel senso che mi sono commosso anche io, i saluti dei miei allievi. Nonostante li abbandonassi prima dell'esame. Mi hanno fatto la festa, mi hanno comprato un regalo, mi hanno scritto un biglietto BELLISSIMO, mi hanno riempito di coriandoli, mi hanno abbracciato stretto stretto e pianto sulla spalla, hanno voluto come ricordo le penne che usavo per scrivere tutti i giorni, lì davanti a loro. Mi hanno infine donato in cambio, come memoria, le LORO penne. Come se potessi dimenticare! Ciao ragazze e ragazzi, sarete un bellissimo ricordo in questo viaggio ma soprattutto oltre. Quelle penne sono GIA' nel mio bagaglio e le porterò come portafortuna per tutto il viaggio.

 

Italia - 21 Gennaio 2005

 Luuuunga seduta dall'agenzia di viaggio. Per "spremere" al massimo il biglietto Round the World bisogna cercare di restare dentro allo stesso pool di compagnie aeree. Perno centrale del viaggio è sembrato essere il volo diretto Los Angeles - Tonga, della Air New Zealand, per cui abbiamo selezionato la Star Alliance, di cui Air New Zealand fa parte.

Lo sconterò comunque perché, se la partenza è abbastanza normale, con un volo Milano - Caracas con tappa a Francoforte, poi le cose si complicano maledettamente. A dirla con Kipling in Capitani Coraggiosi, "un serpente si romperebbe la spina dorsale a seguire la tua rotta".

Per esempio, da Caracas a Los Angeles, tra diverse opzioni, quella più "normale" è stata Caracas - Toronto - Los Angeles. Notte a Los Angeles, giorno dopo Los Angeles - Tonga.

Ma NON è finita, poi da Tonga alle Fiji è più o meno d'obbligo un rimbalzuccio in Nuova Zelanda, ad Aukland...

Perché 'sta follia? Perché con il Round the World si hanno 64 kg di bagaglio compreso nel biglietto. Assolutamente indispensabili per trasportare tutta l'attrezzatura per il viaggio istesso. Attrezzatura, si badi bene, praticamente in maniera esclusiva solo tecnica: di vestiti, a parte la vecchia cerata da vela, non se ne parla se non di striscio.

Nel momento in cui si esce dal pool di Star Alliance, E SI HANNO BAGAGLI PESANTI, l'overweight ti ammazza. Il gentilissimo impiegato continuava a spararmi prezzi del tipo 27,5 euro per ogni chilo di peso in più oltre i venti. Con il rischio, il più delle volte, con una stima ottimistica per il mio bagaglio di SOLI 10 kg in più del peso consentito (ancora tutto da verificare), di pagare per il bagaglio due o tre volte il prezzo del biglietto.

 

Italia - 22 Gennaio 2005

 Bagagli, bagagli bagagli, computer computer computer. Le cose da mettere a posto, le attrezzature da selezionare, tempeste di email.

Proprio ieri sera è arrivata, direttamente dal presidente, Terry Maas, la bellissima notizia che sono finalmente diventato Governing Member per l'Italia della IBSRC, (International Bluewater Spearfishing Records Committee), il comitato internazionale che raccoglie i più esclusivi pescatori subacquei, quelli del Blu.

Lo voglio interpretare come un auspicio scintillante.

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Venezuela

Caraballeda - Febbraio 2005

 

Primo di febbraio, 2005

Primi giorni nel Mar dei Caraibi. Non molto pesce fino ad ora. Ho la netta impressione che, mancando punti di aggregazione, l’oceano sia troppo profondo e che, usando i flasher, io graffi soltanto il soffitto di una gigantesca sala da ballo, pressoché totalmente ignorato dai suoi abitanti, che se ne vanno beatamente in giro al suo interno.

E di pesci grandi ce ne sono! Ho visto un gigantesco pesce spada di oltre un quintale catturato da una barca vicina a noi, una coppiola di tonni per un totale di un paio di quintalate presa dalla barca alla nostra sinistra all’ormeggio. Un bel marlin che saltava intorno alla barca.

MA, nel momento in cui mi immergo, tutto sembra evaporare. Ho tentato anche con i richiami da pesca d’altura, trainati dietro la barca, ma tutto ciò che ne ho ricavato è stata una buffa abbronzatura con le ombre del cappuccio e della maschera. L’unico pesce grosso che abbia davvero visto sotto acqua è stato un grande tonno pinne gialle ma, sono sicuro, solo perché era sotto, e associato al, branco di delfini che impazzavano intorno a noi in quel momento.

Spero di poter raccontare storie più felici nel (vicino) futuro.

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5 Febbraio, 2005

Ormai vicino al termine della permanenza nel nord del Venezuela. Non un periodo meraviglioso. Praticamente tutti i giorni eravamo in oceano alla ricerca di quell’elusivo GRANDE PESCE. Ma, come detto, è rimasto elusivo.

Abbiamo tentato i Banchi con il fondo a “solo” 50 fathoms (dalle carte dell’Ammiragliato, circa 90 m), ma con ogni probabilità era troppo profondo perché i flasher potessero lavorare come si deve. Abbiamo tentato gli incroci di correnti, dove si incontrano due corpi d’acqua di differenti temperature e quindi densità. Abbiamo tentato ogni oggetto galleggiante più grande di un ramo d’albero. SENZA RISULTATO.

Così ho cambiato tecnica e tentato invece i richiami per la pesca d’altura. Ore sotto il sole dei Caraibi, con la muta addosso (probabilmente un errore), con il grande fucile da tonni carico, le pinne già infilate, pronto ad immergermi se succedesse qualcosa. Guardando con occhi di falco i richiami. L’unico rilassamento era la maschera, non infilata. Secchiate d’acqua rovesciate addosso, studiando le mosse successive quando (se) il Grande Pesce fosse comparso. Sperando, sempre sperando. SENZA RISULTATO.

Ma il peggio è stato, stanchi alla fine di una lunga giornata, quando abbiamo recuperato i richiami… ed eccolo! I profondi graffi sul nylon nuovo, sicuramente il segno di un rostrato che cercava di catturare la sua “preda”. E nessuno a bordo, tre persone, eravamo convinti, che aveva guardato con occhi avidi ogni sussulto dei richiami aveva visto alcunché! Anche se di cose interessanti ne avevamo viste. Delfini curiosi, sia Tursiopi sia le Stenelle, qualche piccola lampuga, un curioso singolo squalo martello. Qualche sconosciuta GRANDE forma che saltava e ripiombava con grandi schizzi nell’Oceano…

Ieri siamo perfino tornati, per la seconda volta, al Centinel, una roccia a 45 miglia da Caraballeda. Avrebbe dovuto essere, sulla carta, uno dei posti più esclusivi per immergersi ma in realtà era uno dei posti più battuti io abbia visto in questa tappa venezuelana. È relativamente vicina ad un altro porto per cui non è difficile, per subacquei motivati, affrontare l’oceano e raggiungerla. I pesci del Blu “attesi” avrebbero dovuto essere wahoo (peto, qui in Venezuela) e, talvolta, perfino pesci vela.

TOTALMENTE INATTESO, invece, il fatto che qui i flasher NON funzionano. Con loro in acqua sono riuscito a malapena a vedere un singolo e disinteressato wahoo per in un paio d’ore. Quando li ho scartati, su un acuto suggerimento del nostro anfitrione, Ricardo Bisdikian, e ho cominciato ad usare le sardine, sia gettandole sulla superficie e guardandole scendere verso il fondo, o sbriciolandole in mano, ALLORA i wahoo hanno cominciato a comparire! Sono felice di dire che mio cugino Michele in questo modo ha catturato il suo primo vero pesce del blu e il suo primissimo Peto.

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6 Febbraio, 2005

Domani, di prima mattina, lascio il Venezuela.

Voglio qui ringraziare Ricardo Bisdikian, campione venezuelano di pesca in apnea, per la sua gentilezza e il suo supporto. Sua è stata l’imbarcazione usata nel viaggio.

Prossima destinazione è Tonga, Pacifico del Sud, con un viaggio complicato. Prima da Caracas a Toronto (Canada). Quindi, dopo poche ore, Toronto – Los Angeles. Dove ho già prenotato un hotel. La mattina seguente un po’ di shopping, spero, per il cavetto di collegamento fra il mio GPS e il portatile dimenticato a casa. Così, dovrei essere in grado di mostrarvi i viaggi fatti qui nei Caraibi e, speranzosamente, quelli che farò nelle Isole del Pacifico (maiuscole d’obbligo!).

Quindi un volo da Los Angeles a Tonga, il più lungo di tutti, sulla carta. Partenza l’otto, arrivo di prima mattina il dieci di febbraio! Sapete, la faccenda della linea del cambiamento di data.

A rivederci, si spera, da Tonga!

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Regno di Tonga

11 Febbraio, 2005

Prima di tutto un regalo a sorpresa alle mie allieve, a casa.

Sono sicuro che non credevate che i vostri regali d'addio potessero fare il giro di mezzo Mondo per essere poi fotografati all'alba in una bellissima spiaggia di Tonga!

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Ora sto aspettando che arrivino una coppia di amici che dovrebbero arrivare domani. Con loro dovremmo essere in grado di prendere la barca e di andare a pescare. Sperando di trovare qualche bel pesce!

Nel frattempo sto pigramente recuperando dal viaggio Caracas-Toronto-Los Angeles-Tonga. Il solo subacqueo è Massimo Scalambretti, un vecchio appassionato di viaggi nel Pacifico e di mari tropicali.

Sono ora al Royal Sunset Resort, nell'isola di Atatà.

Ed ecco qui la mia casa per, speranzosamente, il prossimo mese, un Fale tongano. L'ho fotografata con i piedi DENTRO al Pacifico...

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14 Febbraio, 2005

Novità non fantastiche. Siamo nella coda di un paio di uragani tropicaliOlaf e Nancy. Sono a Nord e a Nord-est di noi, fortunatamente si allontanano da noi, ma ad un passo da lumaca, 3 nodi, anche se i venti al loro interno sono assai violenti, nei dintorni di 100 nodi, più o meno 180 km/h. I gradienti barici sono in ogni caso ripidi così qui abbiamo venti forti e veloci temporali con pioggia.

Un paio di notti fa il vento stava soffiando e ululando così tanto che le fronde di palma erano praticamente tutte orizzontali.

Così abbiamo deciso per un Tour dell'isola principale. Un giorno intero andando in giro per Tongatapu con la nostra bravissima guida, Paea Tohi dei Supa Tours (Visitate il Regno... dove il tempo ha inizio).

Fantastici panorami, piccole e grandi cose del Regno, usi e costumi antichi e moderni del popolo tongano.

Non abbiamo fatto immersioni ma è stato BELLO!

Palazzo reale
Canoa oceanica
Frangipani
La signora delle collane di semi
Antico trilithon

15 Febbraio 2005

ANCORA giorni di tempeste. Temporali con pioggia, molto veloci ma con venti forti, quotidianamente.

In ogni modo siamo riusciti ad immergerci quasi ogni giorno. E, naturalmente, io tengo traccia di OGNI immersione che facciamo: sono tutte registrate nel GPS e più tardi memorizzate nel computer. Così ecco l'immersione di ieri. In rosso vivo l'isola di Atata' dove siamo, in verde i reef dove ci siamo immersi e in blu le tracce del GPS registrate dalla barca.

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Siamo ancora allo stadio esplorativo così ho inserito nel mio GPS tutti i reef che sulla carta sono segnalati con una caduta ripida e li stiamo controllando tutti. In quello più a est siamo riusciti ad avvistare un Tonno dai denti di cane (dogtooth tuna Gimnosarda unicolor).

Speranzosamente ci saranno novità più brillanti, e soleggiate!, nel futuro.

 

Tonga - 16 Febbraio 2005

Oggi sono stato attaccato da uno squalo. Un attacco preciso e deciso. Subito dopo essere entrato in acqua, il fucile naturalmente ancora scarico, e già uno squalo a mezz’acqua. Nemmeno il tempo di pensare che tipo di squalo fosse e già stava accelerando decisamente verso di me. Senza nemmeno pensare di rallentare, con la coda che frustava l’acqua, è arrivato a tre, quattro metri da me. Ho solo avuto il tempo di puntare il fucile nella sua direzione che ha bruscamente virato ed è scomparso scendendo verso il fondo.

Con ogni probabilità un attacco per la difesa del territorio. Anche se non ho osservato quei ben noti segnali rivelatori, le pinne pettorali verso il basso. Il dorso incurvato eccetera. Boh?!

Il giorno era nato con temporali ogni ora o giù di lì, pioggia con venti cattivi già a partire dalla notte.

Il prendere una barca è stato un problema perché lo staff aveva bisogno di ogni motore disponibile per spostare una vecchia imbarcazione per risistemarne i motori.

Finalmente abbiamo trovato una barca, un guidatore ed eccoci partiti. Un’ora e mezza a sbattere il sedere su una vecchia ciabatta dal fondo piatto e quindi via in acqua per l’attacco dello squalo. Dopo di ciò un’ora noiosa di drifting finché non tiriamo su la testa dall’acqua in un mondo scomparso, la visibilità ridotta a cinquanta metri, la pioggia che ci sbatteva sonoramente sulle schiene e riempiva i nostri boccagli con quel suo gusto non-salato, il vento che ululava, la superficie dell’Oceano schiacciata. Il nostro driver ci ha chiesto di andare a casa così abbiamo raccattato le nostre carabattole e siamo tornati a casa con una rotta suggerita del GPS. Solo suggerita per via della complessità dei reef che impedivano una linea retta.

 

Tonga - 18 Febbraio, 2005

Sfortunatamente non ci sono buone nuove. Qui in Tonga l'uragano tropicale Olaf sta proprio in questi giorni lasciando l'arcipelago, lasciandosi dietro forti venti e una visibilità nell'acqua pessima, dovuta alle onde giganti. Ci siamo immersi anche oggi, illusi dal giorno con tanto sole e dai venti che ci sembravano meno forti ma è stata una pessima decisione. Tutto ciò che abbiamo visto è stata una coppia di disinteressati Tonni dai denti di cane (Dogtooth Tuna) nell'acqua sporca e una coppia di Greenjob Fish vicino alla parete di corallo.

 L’unica cosa carina, un branco gigante di pesci chirurgo marrone scuro scuto e argentati che ad un certo punto ha cominciato ad avvolgermi. Pesci fitti fitti, lunghi due spanne, curiosi, che ti sbirciano nella maschera, ciascuno cercando il contatto visivo. Il solito gioco di essere parte del branco, loro girano, tu giri, loro scendono e tu scendi. Così vengono proprio vicini, a venti centimetri da te. Vedi le scaglie che si piegano quando danno una acceleratina, un colpo di coda più deciso. Immersivo. Bello.

Sto pianificando, se il tempo si mantiene soleggiato e, soprattutto, se il vento DAVVERO diminuisce, un lungo viaggio (30 miglia nautiche - più di 55 km) verso un’isola con un vulcano attivo a nord-nord ovest di Tongatapu.

In ogni modo non fino a lunedì perché la profonda religiosità dei tongani suggerisce loro di non lavorare le Domeniche.

Massimo è appena tornato da un pomeriggio di pesca in acqua bassa con qualche cattura proprio carina. Questa sera PESCE!

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Tonga - 21 Febbraio, 2005

Ancora, ancora, ancora, temporali, piogge, venti forti. La superficie dell'Oceano bianca, montata a neve dai venti continui.

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Tonga - 22 Febbraio, 2005

Questa sera è arrivata la fatale notizia che Massimo deve partire. Tramite un misto di bugie, cose dette ma mai mantenute e pura e semplice prepotenza i suoi capi hanno ridotto la sua vacanza da un mese, come è sempre stato, alla metà. Un ultimo disperato tentativo è stato accolto con disdegno. Così domani Massimo Scalambretti, già divenuto amico intimo, deve tornare a casa.

Un peccato DAVVERO, DAVVERO. Avevamo già pianificato insieme un viaggio a Vava'u, l'isola più a nord dell'arcipelago...

L'unica, magra, soddisfazione oggi è stata un'immersione notturna. Ho accompagnato due ospiti del resort. Loro si immergevano con le bombole in poca acqua (15 m) ammirando coralli molli e pesci insonnoliti. Io danzavo loro intorno con la mia libertà di apneista, con le pinne lunghe e l'indipendenza dell'essere senza peso.

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Tonga - 23 Febbraio, 2005 - Atatà

Ultimo giorno nell'Oceano per questo viaggio Tongano di Massimo.

Abbiamo scoperto proprio ieri, leggendo una guida e poi una rivista, l'esistenza di un FAD (Fish Aggregation Device) nelle acque di Tongatapu. Nessuno prima ce ne aveva parlato. Così oggi abbiamo fatto un tentativo.

Acqua, finalmente, di una limpidezza assoluta: a 30 metri da me Massimo si teneva stretto alla catena del FAD ed era chiarissimo dai quindici metri di profondità dov’ero.

Massimo ha preso un bel Mahi-mahi, nome locale per la lampuga (Coryphaena hippurus).

Di lì ci siamo spostati al Duff Reef dove ho visto un wahoo di buone dimensioni ma totalmente disinteressato.

Domani parto per il Nord, l'isola di Vava'u.

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Tonga - 25 Febbraio 2005 - Vava'u

Primo giorno a Vava'u, una delle isole più a nord dell'arcipelago tongano. L’aeroplano, contemplandolo nel prato, è un monumento alla speranza umana e fede nelle sue abilità meccaniche. È un VECCHIO (1943!!!) Douglas DC3, che è più vecchio di me e probabilmente è stato anche parte della Seconda Guerra mondiale nel Pacifico. Il volo in sé è senza storia, NON FOSSE per il panorama sotto di noi! È tutto quello che in tutto il mondo la gente visualizza quando pensa al Pacifico del Sud. Piccole isole coralline di tutti i possibile toni tra il turchese leggero al blu indaco profondo. All’aeroporto un veloce spostamento alla mia nuova sistemazione, Adventure Backpackers Lodge.

Immediatamente, come sempre con un mescolamento di afflizione e speranza, nel porto un corpulento Marlin Blu di circa 180 chili! Afflizione perchè questo spettacoloso pesce non è mio, speranza perché vuol dire che questo tipo di pesce ESISTE qui in Vava’u.

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Tonga - 26 Febbraio 2005 - Vava'u

Oggi non posso ancora prenotare la barca e uscire a pescare perché c’è stata una gara di pesca e la barca non è libera. Uscirò domani.

Oggi invece ho affittato per mezza giornata un taxi e ho vagato per l’isola. Panorami incredibili! L’isola è completamente diversa di Tongatapu. Qui hanno colline vere, anche se le chiamano montagne, di più di 100 m d’altrzza. Il panorama dalla cima di Monte Talau (131m) per esempio toglie letteralmente il fiato.

E in giro per tutta l’isola i fiori hanno una bellezza intensa, selvaggia.

La sfida sarà poi identificare ogni specie!

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Tonga - 27 Febbraio 2005 - Vava'u

Oggi è il giorno!

Ho prenotato la barca di 27 piedi (circa 8,5 m), il Target One, proprietario Henk Gros, proprietario anche, con Sandra, del Backpackers Lodge. Devo qui ringraziarli per la loro gentilezza e professionalità.

Io sono il primo selvaggio Pescatore del Blu che Henk abbia visto per cui è bene presentare sia la tecnica di pesca in sé sia l’associazione, IBSRC, presso cui poi potrei richiedere l’assegnazione del record.

Dopo di che, partiamo. Il piano è di andare nella parte ovest dell’isola, sotto le alte pareti, così da essere al riparo dai forti venti che anche oggi stanno soffiando. Là, dove la corrente e il vento creano una specie di imbuto tra le rocce, c’è la possibilità, anche se forse non la probabilità in questa stagione, di trovare un Marlin in agguato nell’acqua profonda, in attesa di qualche pesce.

Il viaggio fuori dal porto è lungo, quasi un’ora, ma finalmente ci siamo. Sono ansioso di entrare in acqua. Il blue marlin visto un paio di giorni fa è un costante solletichio nello sfondo della mia mente.

Finalmente in acqua. Totalmente, completamente solo con il Blu Profondo. Come sempre, il pensiero principale è l’unicità con l’acqua, il disciogliere in essa ogni pensiero. Mi immergo a ripetizione, lentamente.

Non ho nessuna idea di quanto sia limpida l’acqua. Senza fondo sotto di me è sempre difficile da indovinare.

Tengo alta la concentrazione. Ogni immersione continuo a formarmi lentamente nella mente un’immagine del marlin che si coagula da quello che c’è intorno: acqua. Sono in pace. Tutto lo scompiglio per arrivare fin qui, la speranza per il pesce, l’ossessivo controllo perché tutta l’attrezzatura sia all’altezza della sfida, tutte, sono preoccupazioni della superficie. Qui, nel blu, non c’è spazio per tutto ciò, solo il lento battito del mio cuore e l’infinita planata subacquea.

Il problema è che qualche volta devo tornare in superficie a respirare. E lì trovo il vento, l’agitata superficie, e gli aspri suoni di tutto ciò. E, quasi con dispiacere, Henk che mi dice di spostarmi perché gli uccelli non erano più sopra la mia testa.

E così io vago per la superficie dell’Oceano, qualche volta sopra di essa, nella barca, seguendo quei fuggevoli indizi della presenza del pesce che possa tradire, qualche volta, per minuti felici, sotto di essa.

Senza risultati. Nessun marlin è mai apparso a far coincidere la sua immagina subacquea con la mia.

Un ultimo tentativo. Faccio tre drift intorno ad uno dei FAD, ma ci sono solo mahi-mahi (lampughe), una coppia di maschi di relativamente buone dimensioni, circa 15 chili. Non sono interessato. Non ho bisogno di un altro pesciotto morto qui ed adesso. E così il giorno finisce.

Ci sono ancora blue marlin da prendere a Vava’u.


La posizione approssimata per il FAD della costa ovest di Vava’u, con vento da sud-est, è 18 gradi 33.6 min Sud – 174 gradi 3.9 min Ovest.

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Tonga - primo marzo 2005 - Vava'u

Due giorni in bicicletta in giro per l'isola, con una macchina fotografica sulla schiena, il vecchio fedele GPS che memorizza ogni giravolta che faccio (e anche, silenziosamente, la posizione di ogni fotografia che scatto!) e che mi riporta a casa anche dal più fitto dei boschi, un sacchetto di plastica per riparaci dentro la macchina fotografica per i frequenti, caldi, acquazzoni.

Il mio bersaglio? Fiori!

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Tonga - 2 marzo 2005 - Vava'u

Ultimo giorno a Vava'u, isola magnifica.

Il volo ha sei ore di ritardo per cui qui, a Lupepau'u, l'aeroporto internazionale di Vava'u, sotto una pioggia selvaggia, proprio ora sto aggiornando il mio sito.

Ieri sera, cena al Ristorante italiano Ciao, proprio sotto la magnifica Cattedrale di San Giuseppe, ottimo ristorante di pasta e pizza, con proprietario Franco, gentile e giramondo, originariamente della Toscana.

Tonga - 6 marzo 2005 - Atatà

Di ritorno Royal Sunset Resort, nell'isola di Atatà.

Che ci crediate o no, ma c’è in giro da queste parti un altro ciclone. Il QUARTO da quando sono arrivato qui.

Ieri abbiamo tentato di scattare alcune foto di windsurf in un reef quasi mai surfato ma siamo dovuti fuggire per la pioggia battente e il vento cattivo e rafficato.

E, da allora, ha piovuto senza interruzione per diciotto ore!

Un acquazzone tropicale, con gocce gonfie e corpulente, che precipitavano dal cielo a bucare la superficie dell’oceano.

Questa notte ho dovuto abbassare e legare in posizione le persiane di legno, grosse come una tavola da pranzo, per impedire che la pioggia raggiungesse il mio letto. Nella stanza da bagno qualche fessura ha fatto cadere quasi musicalmente ma continuamente goccioloni direttamente dentro al WC.

Solo questa mattina, all’alba, un sole livido si è rivelato tra cortine di enormi nuvoloni grigi.

 

Qualche considerazione quasi finale dopo un mese a Tonga.

Febbraio NON è il mese migliore per venire qui, se non siete interessati in sport del vento, come il windsurf. In un mese intero ho visto solo una coppia di giorni senza vento.

Per la pesca subacquea l’isola di Tongatapu, a sud, non ha quasi organizzazione per aiutarvi a prendere i grandi pesci del blu.

Per questo scopo, il miglior posto da tentare è Vava’u, dove ci sono diverse imbarcazioni e abili capitani ad aiutarvi.

In ogni caso, ancora, febbraio non è il mese giusto. I mesi migliori sono luglio, agosto e, ancora meglio, settembre e ottobre.

Le novità che i pesci del blu possono essere tentati sono già arrivate là, portate da me e da pochi altri subito prima di me, così la strada ora è aperta.

 

Un’ultima parola sulla mia prossima tappa.

Partirò domani pomeriggio (il check-in è a mezzanotte e il volo parte alle due di mattina!). NON so se sarò in grado di tenre il mio sito aggiornato in tempi così brevi. L’orrenda novità è che proprio ieri si è rotto il mio satellitare Iridium nuovo di pacca.

Ho così perso la mia personale, indipendente e carissimamente pagata connessione ad Internet.

Da ora in avanti sarò ridotto, come i comuni mortali, alla presenza degli Internet Point lungo la strada.

Andrà bene per le e-mail . Per l’aggiornamento del sito, invece, dovrò trovarne uno che mi lasci inserire un CD o una penna USB con le foto nei loro preziosi computer. Un fatto, ahimè, non così comune.

 

Ci vediamo alle Fiji.

 

Ah, c'è nessuno, lì fuori, interessato ad un bel libro su spettacolosi fiori Tongani?

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